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I pericoli concreti dello smart working

Come contrastare l'effetto 'Zoom-fatigue' tipico dello Smart WorkingUno studio della Stanford University, pubblicato nei giorni scorsi, ha certificato l’esistenza di una Zoom-fatigue o ‘sindrome da affaticamento da Zoom’. Effetto collaterale dello smart working, in questi tempi di pandemia.



I quattro elementi chiave sono:

  • L’eccessiva quantità di contatto visivo. Non siamo abituati a guardare tutti i partecipanti di una riunione contemporaneamente e sia la quantità di contatto visivo che intratteniamo nelle chat video, sia le dimensioni dei volti sugli schermi sono innaturali.
  • Vedere se stessi durante la call è stancante e fonte di stress.
  • Le video-call riducono la mobilità in modo non naturale.
  • Il carico cognitivo è molto più alto durante le video-call.



    Le SOLUZIONI per uno Smart Working meno faticoso:

  • Togliere l’opzione a schermo intero, modificando le dimensioni della finestra Zoom per ridurre al minimo le dimensioni del viso. Utilizzare una tastiera esterna per consentire un aumento dello spazio personale tra se stessi e la griglia dei partecipanti.

  • Utilizzare il pulsante “Nascondi auto-visualizzazione”, una volta visto che il proprio viso è inquadrato correttamente a video.

  • È consigliabile organizzare la stanza in cui si sta effettuando la videoconferenza, pensare a dove è posizionata la videocamera e se cose come una tastiera esterna possono aiutare a creare distanza o flessibilità. Ad esempio, una videocamera esterna più lontana dallo schermo consente di camminare e scarabocchiare nelle riunioni virtuali proprio come facciamo in quelle reali. E, naturalmente, spegnere periodicamente il proprio video durante le riunioni è una buona regola di base da impostare per i gruppi, per concedersi un breve riposo non verbale.

  • Durante meeting di lunga durata, è bene concedersi una pausa “solo audio”. Non si tratta semplicemente di spegnere la fotocamera per prendersi una pausa dal dover essere attivi in modo non verbale, ma anche di allontanare il corpo dallo schermo, in modo che per alcuni minuti non si sia soffocati da gesti che sono percettivamente realistici ma socialmente privi di significato.




    L’articolo originale sul sito della Stanford University >

  • Emergenza Coronavirus – Psicoterapia Online

    Crisi di ansia, panico, stress da isolamento.  

    Ricevi un aiuto concreto, attivando un percorso psicoterapeutico di sostegno, anche a distanza, in videochat online.

     

    In linea con le nuove disposizioni ministeriali e per responsabilità personale, sono attualmente sospese a tempo indeterminato le sedute in persona nel mio studio, ma il mio lavoro continua!

    In questo momento è doveroso rallentare la diffusione del contagio per ridurre il rischio di far ammalare le persone più fragili. Tutti dobbiamo comportarci responsabilmente e fare la nostra parte per consentire a tutto il personale medico e paramedico di riuscire ad assistere tutti i malati che hanno bisogno di assistenza e cura negli Ospedali del nostro territorio.

    È richiesta a tutti noi la massima capacità di adattamento e collaborazione verso un obiettivo comune e vorrei continuare “ad esserci”, nella massima tutela di chi si affida a me e della nostra stessa salute.

    Psicoterapia onlineIl mio lavoro quindi continua, con le indispensabili precauzioni, privilegiando – ove la presenza in studio non sia assolutamente necessaria – i colloqui ONLINE (tramite WhatsApp, Skype, Google Duo o altre piattaforme per videomeeting).

    Il servizio ONLINE permette a tutte le persone che si trovano bloccate in casa o sul luogo di lavoro di ricevere – senza doversi spostare – il servizio di supporto e consulenza psicologica o la psicoterapia. E’ sufficiente avere uno smartphone, oppure un computer o un tablet e una connessione a internet.

    Per le sedute, invito a contattarmi al 349.4776673 per consentirmi di concordare con voi un orario adatto alle proprie esigenze e la modalità più adatta.

    In considerazione della particolarità della situazione che stiamo vivendo, sarò disponibile anche per attività di sostegno assolutamente gratuite (brevi colloqui esclusivamente telefonici), dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00. Se non potrò rispondervi al momento, lasciate un messaggio, sarete richiamati.

    ________________________________________

    Modalità indicative per consulenza e sedute online:

    Google Duo (da Smartphone, tablet o PC):
    videochiamata in orario concordato,
    al n. 349.4776673

    Skype (da Smartphone, tablet o PC):
    videochiamata in orario concordato,
    all’indirizzo psicoterapia@michelepizzi.com

    Whatsapp (da Smartphone):
    videochiamata in orario concordato,
    al n. 349.4776673

    Sei convinto che fumare riduca l’ansia? Niente di più sbagliato!

    Secondo un pregiudizio (o una giustificazione) comune, tra i fumatori abituali, la sigaretta sarebbe un modo infallibile per combattere l’ansia, mentre smettere li porterebbe a essere molto più nervosi. Errore! È invece la disintossicazione dal tabagismo che, eliminando i sintomi di astinenza, riduce sensibilmente i livelli di ansia di chi fuma con l’intenzione di gestire lo stress.

    Un recente studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry ha analizzato lo stato psicologico di quasi 500 fumatori che stavano iniziando un programma di disassuefazione dal fumo e intendevano curare il proprio tabagismo. La scoperta è che i soggetti che 6 mesi dopo ci erano riusciti presentavano una significativa riduzione dei livelli di ansia.

    L'eliminazione della dipendenza dal fumo è un passo decisivo per combattere l'ansia e prevenire il panico

     

    La ricerca ha analizzato anche le differenze tra i diversi stili di comportamento, suddividendo il campione in due gruppi: tabagisti per piacere e tabagisti per ridurre lo stress. La riduzione dell’ansia è risultata maggiore nei soggetti che fumavano per gestire lo stress, rispetto a quelli che fumavano essenzialmente per piacere.

    Al contrario, esaminando i fumatori che avevano abbandonato il programma e che non erano quindi riusciti a smettere, i ricercatori hanno evidenziato un aumento dell’ansia fra chi fumava per gestire lo stress, mentre il livello di ansia di chi fumava per puro piacere era rimasto stabile.

    La diminuzione dell’ansia in chi fumava per gestire lo stress era dovuta all’eliminazione dei sintomi d’astinenza, fra i quali l’ansia, che li portava ad accendersi la prima sigaretta già al risveglio. La disintossicazione ha eliminato il problema dell’astinenza e si è quindi dimostrata efficace per combattere l’ansia.

    Fumo e attacchi di panico

    Introdurre nel corpo centinaia di sostanze tossiche attraverso il fumo di tabacco fa aumentare i livelli di ansia nei soggetti che già ne soffrono o si sentono stressati, interagendo in particolare con l’aumentata sensibilità ai disturbi respiratori tipica dell’ansioso.

    L'eliminazione della dipendenza dal fumo è un passo decisivo per combattere l'ansia e prevenire il panicoPer i fumatori è infatti maggiore il rischio di sviluppare attacchi di panico, per motivi strettamente fisiologici: la sostituzione dell’ossigeno trasportato dall’emoglobina nel sangue con il monossido di carbonio interferisce con la funzione respiratoria e peggiora lo stato di salute complessivo dell’organismo, diminuendo l’ossigenazione dei tessuti, e generando nel soggetto uno stato di malessere che incide molto negativamente sullo stato psicologico degli ansiosi, particolarmente sensibili ai fastidi che riguardano la respirazione (“fame d’aria”, paura di soffocare, sensazione di respirare poco e/o male).

    Fumare non ha quindi alcuna utilità nell’alleviare ansia e stress, mentre è proprio l’eliminazione della dipendenza dal fumo a costituire un fattore di protezione da ansia e panico.

    Smetti di fumare, PER SEMPRE,
    con il metodo Maipiufumo.
    Scopri come >>